Giustizia e perdono

Renzo, guidato da fra Cristoforo, perdona don Rodrigo (cap. 35 de "I Promessi Sposi" di A. Manzoni).

Che cos’è il senso di giustizia?

Il desiderio che ciò che riteniamo giusto accada ce lo portiamo dentro da sempre, e se non possiamo trovarlo nella giustizia terrena, lo cerchiamo in Dio.

Il rischio però è credere in un dio occupato a riparare i torti subiti; da un dio così ci allontaniamo subito se le cose non vanno come vogliamo noi. Eppure il Signore è lì con noi, sempre, ma noi non ce ne accorgiamo perché il nostro cuore è avvolto nel dolore.

Basta seguire le notizie di tanto in tanto per vedere che non sempre la giustizia trionfa. Mi è capitato di incontrare una persona che aveva subito un grande torto nella vita e si chiedeva: “Perché non posso avere giustizia?”. Che rispondere? Scelsi di ascoltare. E anche così, non so se sia servito.

Un torto subìto lascia un senso di frustrazione che chiede di essere colmato, e allora mi domando: c’è dentro di noi un desiderio di giustizia più grande di noi?

In occasione della XXXV Giornata Mondiale della Pace del 1° gennaio 2002, Giovanni Paolo II ha detto che

“non si ristabilisce appieno l’ordine infranto, se non coniugando fra loro giustizia e perdono”.

Il desiderio di giustizia è forse una scintilla divina? Se è così, allora può essere appagata solo da qualcosa di più grande, da un Amore più grande che è quello di cui solo Dio è capace, e che già vive dentro ognuno di noi.

La Parola del Signore, la preghiera e una buona guida spirituale possono essere un buon inizio. Soprattutto, dalle parole del Papa mi rendo conto che la parola “giustizia” non ha nessun senso se non è accompagnata dalla parola “perdono”.

Ricordo una frase che ho sentito una volta: “Il perdono è paragonabile alla liberazione di un prigioniero e poi scoprire che quel prigioniero eri tu.

- fr. Giuseppe Zonno