Arthur sacerdote!

Un mese fa, sabato 17 settembre 2022, nel Santuario di Santa Teresa di Gesù Bambino è stato ordinato sacerdote padre Arthur Randriamampionona. Gli abbiamo posto tre domande per farvelo conoscere meglio.
Padre Arthur dopo la sua Prima Messa celebrata nel nostro Santuario di Verona.

Una tua breve presentazione?

Mi chiamo fra Arthur di Santa Teresa di Gesù Bambino, ho trentotto anni e vengo dal Madagascar, un’isola del continente africano.  In famiglia siamo sette figli: quattro maschi e tre femmine e io sono il più giovane. Tutti i miei fratelli e le mie sorelle sono già sposati e adesso ho diciotto nipoti! Mio papà è ancora vivo ma mia mamma è già in Cielo dal 2015. La mia famiglia è cristiana cattolica, perciò siamo cresciuti e siamo stati educati nella fede e nella vita cristiana. Già da bambino, all’età di sei anni, desideravo di diventare sacerdote. Sono entrato in convento e ho iniziato la formazione nell’Ordine Carmelitano in Madagascar per poi trasferirmi qui nella Provincia Veneta nel 2016. Ho fatto la professione solenne il 7 febbraio 2021 e sono stato ordinato diacono l’11 settembre 2021. Dopo un anno passato a servizio della comunità e dei padri del Santuario di Santa Teresa di Gesù Bambino a Verona, sabato 17 settembre 2022 sono stato ordinato sacerdote carmelitano.

E che cosa si prova ora ad essere sacerdote?
Il giorno della mia ordinazione sono stato contentissimo, pieno di gioia e di pace per ricevere il grande dono dal Signore per me, per l’Ordine Carmelitano e per la Chiesa. È stato un giorno molto speciale e importantissimo perché lì Gesù mi ha detto anche: “Non temere, d’ora in poi sarai pescatore di uomini“. Da quel momento ho sentito nel mio cuore come una tenera e forte certezza per la mia vocazione sacerdotale e per la mia donazione totale a fare la volontà di Dio. 

Che cosa pensi che ti chieda ora il Signore?

Io penso che il Signore mi chieda di essere, come Lui, un “buon pastore” e di essere pronto e disponibile giorno e notte per compiere amorevolmente la Sua missione per me. Poi so bene che il mio impegno è chiamato a molto di più di questo, e a qualcosa di più delicato, perché è la stessa opera di Cristo quella che d’ora in poi io sono chiamato a fare ogni giorno, come l’annuncio della Parola di Dio e la celebrazione dei Sacramenti della Chiesa. Per questo mi sforzerò e pregherò tutti i giorni affinché io possa divenire Eucaristia vivente per le persone che incontrerò nel mio cammino. Tutto questo esige che io rimanga “sempre in piedi”, pronto alla mia nuova missione con cuore puro, maturità, semplicità, umiltà e disponibilità perché io possa compiere bene la Volontà di Dio con l’aiuto dei miei fratelli, dello Spirito Santo e della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo.

- Redazione